Un uomo era. A una frotta d’anitroccoli
sbigottita egli rise. Intesi il croscio.
Repente si gittò su per lo scoscio 20della ripa, saltò su quattro zoccoli!
Lo conobbi tremando a foglia a foglia.
Ben era il generato dalla Nube
acro e bimembre, uomo fin quasi al pube,
stallone il resto dalla grossa coglia.
25Il Centauro! Di manto sagginato
era, ma nella groppa rabicano
e nella coda, di due piè balzàno,
l’equine schiene e le virili arcato.
Ritondo il capo avea, tutto di ricci 30folto come la vite di racimoli;
e l’inclinava a mordicare i cimoli
dei ramicelli, i teneri viticci
con la gran bocca usa alla vettovaglia
sanguinolenta, a tritar gli ossi, a bere 35d’un fiato il vin fumoso nel cratère
ampio, sopra le mense di Tessaglia.