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TERZO - ALCIONE |
rapina,
l’acerbo suo tesoro
oblìa nella melode.
95E anch’ella si gode
come l’onda, l’asciutta
fura, quasi che tutta
la freschezza marina
a nembo
100entro le giunga!
Musa, cantai la lode
della mia Strofe Lunga.
LA CORONA DI GLAUCO.
melitta.
F
ULGE, dai maculosi leopardivigilata, una rupe bianca e sola
onde il miele silentemente cola
quasi fontana pingue che s’attardi.
5Quivi in segreto sono i miei lavacri
dove il mio corpo ignudo s’insapora
e di rosarii e di pomarii odora
e si colora come i marmi sacri.
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