l’avvolgimento dell’antica fonte,
intrecciava le rose al regio alloro.
Disse Aretusa: “Bene io te ’l dirò„ 220mutevole onda con un viso d’oro.
Disse: “Inseguiva il re Apollo Dafne
lungh’esso il fiume, come si racconta.
La figlia di Peneo correva ansante
chiamando il padre suo dall’erma sponda. 225Correva, e ad ora ad or le snelle gambe
le s’intricavan nella chioma bionda.
Ben così la poledra di Tessaglia
galoppa nella sua criniera falba
che fino a terra la corsa le ingombra.
230Rapido il re Apollo più l’incalza,
infiammato desio, per lei predare.
All’alito del dio doventa fiamma
la chioma della ninfa fluviale.
“O padre, o padre„ grida “tu mi scampa!„ 235Chiama ella il padre suo con grida vane.
“Padre, un veloce fuoco mi ghermisce!„
E corre, ed ansa, e le sue gambe lisce
crescon la furia del desio predace.