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TERZO - ALCIONE |
L’OLEANDRO.
I.
E
RIGONE, Aretusa, Berenice,quale di voi accompagnò la notte
d’estate con più dolce melodia
tra gli oleandri lungo il bianco mare?
5Sedean con noi le donne presso il mare
e avea ciascuna la sua melodia
entro il suo cuore per l’amica notte;
e ciascuna di lor parea contenta.
E sedevamo su la riva, esciti
10dalle chiare acque, con beato il sangue
del fresco sale; e gli oleandri ambigui
intrecciavan le rose al regio alloro
su ’l nostro capo; e il giorno di sì grandi
beni ci avea ricolmi che noi paghi
15sorridevamo di riconoscenza
indicibile al suo divin morire.
“Il Giorno„ disse pianamente Erigone
verso la luce “non potrà morire.
Mai la sua faccia parve tanto pura,
20non ebbe mai tanta soavità.„
Era la sua parola come il vento
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