splendor del sangue novo, e il collo e gli òmeri 100dilatarsi parevano
e le ginocchia giugnersi, le scaglie
su per la pelle crescere,
gelidi guizzi correre pei muscoli.
“Terra, vale!„ Precipite 105caddi nel gorgo, mi sommersi, l’infima
toccai valle oceanica,
uomo non più, non anco dio, ma immemore
della terra e degli uomini.
Fiumi correnti, odo il sublime sònito 110di voi sempre nell’anima,
fiumi sgorganti d’ogni scaturigine,
leni di pace o rauchi
di violenza, caldi come l’aure
nove che v’arrecarono 115l’alluvione copiosa o frigidi
come i nivali vertici
onde scendeste inviolati, d’auree
sabbie flavi o sanguinei
d’argille, pingui di limo o più limpidi 120che l’etere sidereo!
Cento e cento passarono passarono
sul mio capo. La fluida