del monte, dietro il galoppo senza orma.
Nella fumèa del vespro, intorno a Roma,
erano ovunque la ruina e la morte.
Ma chi morì, morì vittorioso.
XIX.
765
C
ON gli occhi fissi interroga il Destino
il Dittatore. Arde tra le apparite
stragi, nel grido dei magnanimi figli.
Arde, in silenzio, della sua febbre antica.
E la grandezza di ciò che fu compito 770s’alza e sovrasta alla notte sublime.
“Ah non invano! Ah non invano!„ dice
la sua speranza. “Non invano moriste,
o dolci figli, latin sangue gentile!
Altra rugiada aspettan le gramigne 775dell’Agro, e avranno altra rugiada, prima
che sorga l’alba della novella vita.
O Madre, e quel che ti daremo vinca [La promessa]
di santità quello che t’offerimmo.
Pur t’offerimmo quel ch’era in noi divino.„ 780Ed ecco ei tende la mano, come chi
promette, ei tende la mano che spartiva
le sue semente con la saggezza antica,
la man che già seminò, che al mattino
seminerà là dove fu il granito.