scosse ridendo il moncherino come 710un aspersorio di sangue e battezzò
gli imberbi. E tutti ridevano di gioia
come fanciulli, poiché la morte ai loro
terribili atti mesceva un che di dolce,
una bontà puerile, un candore 715di libertà mai detto da parola
d’uomo né vinto in terra; e di candore
splendevan essi nel dissanguarsi in fondo
alle barelle che penetravan l’ombra
di Roma fatta più profonda dal rombo 720che il Campidoglio spandea sonando a stormo.
Nell’ombra “Viva la Republica!„ urlò
l’anima alzata del coro moribondo.
E l’urlo sotto la Porta rimbombò.
E la legione, scagliata dalla Porta 725eroica, entrò nella battaglia. Allora,
bianco a traverso la bufera del fuoco,
bianco sul suo cavallo agile come
un tigre dómo, non simile ad un uomo
fragile ma simile ad una forza 730onnipresente espressa dalla lotta
stessa dei fati e degli uomini, incontro
ai giovinetti venne il Liberatore.
Muto trascorse lungh’esse le coorti
adolescenti come fa il nembo sopra