635Villa Corsina! Su, di corsa, con vénti
dei vostri prodi più prodi, a ferro freddo!„
Ed il nomato tremò nel cuore udendo
il nome suo in bocca della stessa
Gloria. Caduto eragli già il fratello 640su la scalèa, spento. E disse: “O fratello,
teco verrò!„ Pronto, fece l’appello
dei morituri. E la falange breve
mosse all’assalto ultimo. Una gran febbre
allora parve palpitare nel vespro, 645visibil come l’ardore nei deserti
quando per l’aere vibra incessantemente.
Sorse un clamore terribile nel vespro,
terribil come quel dei romani petti
che ferì l’aere ed i volanti uccelli 650quando rostrata salpò la quinquereme
di Scipione. Videsi in alto un negro
stuolo di corvi sbattere sul funesto
Gianicolo, ove scendean le aquile un tempo
con i presagi. E nel fuoco e nel ferro 655il fato della Republica fu certo.
I morituri la videro morente
nel sangue loro. Un disse: “Vinceremo.„