l’arte del Mare. Come in petrose tazze,
nei grembi cavi l’isola solitaria 95serba il silenzio ch’è bevanda al pugnace.
Quivi placato nella sua verità
ei può sognare; né quel silenzio mai
gli mancherà, sopra il fragor del Mare.
V.
O
r liberati i cavalli di guerra
100(ei palpitò forte veggendo selci
risfavillar sotto l’urto del ferro,
udendo su per le rupi deserte
eco del gran galoppo senza freno)
or nella bianca stanza è solo con sé 105il Dittatore, solo con sé fedele.
Guarda le bianche mura ch’ei fece, artiere
d’ogni arte, dopo che preso e difeso ebbe
quelle di Roma. È senza mutamento
la povertà, è senza mutamento 110la pace. Il sacco delle semente è a piè
del letto. L’arme, disopra l’origliere,
al vacillar della lucerna splende.
Palpita e guizza la fiammella. È gran vento [Il maestrale]
alle finestre, gran vento di maestro 115sul mar che romba nelle anse di Caprera,
grande clamore a quando a quando, immenso