e la trasfigura 175per innumerevoli opre
di luce e d’ombra, d’amore
e d’odio, di vita e di morte,
ma la bellezza della sorte
umana, dell’uomo che cerca 180il dio nella sua creatura.
Però che in te, come in un’impronta
indistruttibile, debba
la Potenza dell’Uomo
assumere forma ed effigie, 185instituita nel Campidoglio
e nel Foro, di contro all’Onta
dell’Uomo, su le vestigie
della forza e dell’orgoglio
che chiesero la Grande Madre 190alle montagne frigie
per lei custodir nelle tue sacre
mura che sole credevi
tu degne di chiudere l’altrice
universa quantunque sì brevi. 195O Roma, o Roma, in te sola,
nel cerchio delle tue sette cime,
le discordi miriadi umane
troveranno ancor l’ampia e sublime