E la forza degli uomini forti
s’accrebbe di tutta la plebe
romana, s’accrebbe di tutti
i cavalieri romani. E tutti
le braccia davano alla fune 105ritorta e iteravan le voci
al travaglio, ma indarno; ché stava
immota nel vado la dipinta
carena e il simulacro sublime
splendeva sopra la tolda 110nell’aer salino tacente.
Attonita interruppe il conato
la moltitudine e tacque
pavida innanzi al prodigio
con supplice cuore. S’udiva 115fluire il Tevere biondo,
addurre all’imperio del Mare
la maestà di Roma.
Tra il popolo supplice, allora 120s’avanzò Claudia Quinta vestale.
Offendeva lei casta il sospetto
del volgo, iniquo rumore.
S’avanzò Claudia Quinta e con mani