75prora una fune gli uomini forti
e fecero gran forza di braccia,
e con voci iterate
aiutavano eglino la vana
opera, a trarre la nave 80dipinta nel Tevere biondo.
Ma sedeva la Magna Madre
incrollabile sopra la tolda,
con la sua corona di mura
su le chiome che fingono i flutti 85del ponto e i solchi dell’agro,
con le sue mani invitte
benefiche di beni infiniti
prone su le ginocchia più salde
che le roveri annose nei monti; 90al conspetto del popolo grande
sedeva la Madre dell’aurea
fecondità, la nutrice
dei mortali e degli immortali,
la donatrice delle semenze 95ineffabili, la dea
che moltiplica il sangue
animoso, edifica le chiare
città, conduce i pensieri
i timoni gli aratri, errante