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SECONDO - ELETTRA

migrar le greggi per la via saputa
dai primi avi la madre guarda, muta
presso la casa ove restò la cuna
antica per la nova genitura,
la madre veneranda cui virtù
120di nostra prima gente in grembo dura;
e prega in cuore e dice: “O creatura,
creatura, che fai mentre che annotta?
Se sei grondante, ora chi ti rasciuga?
Forse hai tu sete, e la vigna ha tanta uva!
125Figlio, che fai? Pensi alla madre tua?
Pensi alla madre tua che non t’aiuta?„
E guarda pel sentiere che s’oscura,
e il cor le stringe sùbita paura.
Tramontata è la falce della luna;
130nell’ombra intorno altro non v’è che luca
se non il ferro pronto all’aratura.
È il mésso quei che per l’erta s’indugia?
Gran silenzio negli alberi s’aduna.
La madre ascolta, non respira più.
135S’ode il campano in lontananza ancóra,
della greggia che valica la duna;
s’ode il passo per l’erta che s’oscura.
La madre attende, non palpita più.

Morti sono i figli, morti
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