fioco e quell’erba assorda il passo raro,
dati all’opra dei padri, senza pena 50e senza gioia e senza mutamento;
uomini in alleanza minacciosa
di volontà ribelli entro l’immane
opificio vorace ove l’acciaro
con suo moto infallibile balena 55ostile come nel combattimento;
o uomini, oggi che il lavoro posa
e il sudore non bagna il vostro pane
e letifica tutti gli occhi il chiaro
giorno, ascoltate la voce serena 60che spazia ai campi e alle città sul vento.
Or si tace stridore di metalli,
rombo d’acque, e il vostro ànsito, operai.
Stan mute nel mistero le immortali
Forze signoreggiate dai congegni 65lucidi e vigilate dagli schiavi.
Il sol di maggio brilla su i cristalli
dei tetti immensi come su i ghiacciai.
Tinte in sanguigno, dentro gli arsenali
ove marcì la Gloria in vecchi legni, 70le ferrate carcasse delle navi
grandeggiano deserte. O poggi, o valli,
o per ovunque nevi di rosai!