La vital Lampa in cui l’arte compose
tra mostri e iddii l’Onda marina e il Phallo,
tu sospendila accesa al dio futuro.
III.
Dirompendo col vomere l’antica
gleba etrusca il bifolco, a Sepoltaglia,
all’Ossaia, la spada e la medaglia
scopre laddove ondeggerà la spica.
5Chi sa, nell’ansia della sua fatica
sotto l’ignea fersa, non l’assaglia
un sùbito furore di battaglia
a trionfar la sorte sua nemica!
Muzio Atténdolo Sforza nella rovere
10di Cotignola gitta il suo marrello
e ferrato cavalca al gran destino.
Sono le glebe tue fatte sì povere,
o Italia, che non sórgavi un novello
Eroe dall’aspro sangue contadino?