Arar penso i tuoi campi e, nell’aperto
solco da’ buoi di Valdichiana impigri,
discoprir l’ansa infranta del cratère.
III.
Aste in selva, stendardi al vento, elmetti
di cavalieri, Costantin securo,
Massenzio in fuga, Cosra morituro,
e le chiare fiumane e i cieli schietti!
5Come innanzi a un giardin profondo io stetti,
o Pier della Francesca, innanzi al puro
fulgor de’ tuoi pennelli; e il sacro muro
moveano i fiati dei pugnaci petti.
Ma il Vincitore e il Labaro e Massenzio 10e la bella reina d’Asia oblìa
il mio cor; ché levasti più grand’ala!
Presso l’arca del crudo Pietramala
vidi il fiore di Magdala, Maria.
E un greco ritmo corse il pio silenzio.
IV.
Forte come una Pallade senz’armi,
non ella ai piè del mite Galileo