Io ti vedea sopra la sabbia ardente
schiavo in catene; e ti vedea poi sazio
dormir sul seno di Lucrezia Buti.
V.
Filippino, in sul canto a Mercatale
quante volte intravidi pe’ razzanti
vetri del Tabernacolo i tuoi Santi
come i fiori d’un orto angelicale!
5Fiori tu désti alla città natale:
freschi petali i volti, aiuole i manti.
E intorno alla Maria le tue spiranti
grazie non ebber mai sì lievi l’ale.
Vedevi, oprando, la materna porta
10ove l’antica suora in atti umìli
pregava pel figliuol del suo peccato.
Demoniaco segno, il seggio porta
al piede, come l’ara dei Gentili,
testa bicorne di capron barbato.
VI.
Tali m’ebb’io maestri. O Giuliano
da San Gallo, il tuo tempio fu misura