pure, quando non era
l’Uomo; donde gioiosa alla cieca tenebra sparsa
balzò l’alba primiera
e alle vergini valli guidando le forme dei fiumi 18scese la Primavera;
donde scesero stirpi umane d’oltrepossente
vita, giù per aperte
vie più vaste de’ fiumi, stampando titaniche orme
nella pianura inerte
che fumigava umida al sole purpureo, pregna 24delle future offerte;
o Montagne immortali, non parla nel sacro silenzio
delle cose ignorate
il vostro Spirto? Ascolta l’anima mia se non giunga
un messaggio. Deh fate,
o Montagne immortali, che scenda dai vostri misteri 30cinto di luce il Vate!
La speranza e la gioia fuggirono lungi dai cuori
umani; e tutti i sogni
della bellezza e tutti i sogni dell’arte felice
vanirono; e stringe ogni
cuore un’arida angoscia; e rugge d’intorno la guerra 36degli atroci bisogni.