gonfiò la sua vela nei meriggi
d’estate, fra Sorrento e Cuma,
sul golfo ove il Vesuvio fuma.
400Quivi, o triste ombra della greca
Antigone, anima profonda
che gli fosti custode
fedele nella notte cieca,
o sorella, quivi reca 405il cadavere dell’eroe,
sul golfo lunato e grande
come l’arco ch’egli tese.
Gli alzeremo un tumulo grande,
un’altissima tomba, 410là dove le coste
sono più scoscese
e il flutto più rimbomba
nelle caverne più nascoste
con le eterne risposte 415alle eterne domande.
Gli daremo ghirlande
d’ulivo selvaggio e, tra le accese
faci, libàmi come all’altare.
Gli canteremo in coro una ode 420misurata al respiro del mare.