O Italia, egli bevve il vino
delle tue vigne ambrosio;
colse il miele de’ tuoi favi meri, 375le rose de’ tuoi roseti
gravi di api e di colombe. I piedi
suoi divennero leggeri
su i prati di violette.
La serenità adamantìna 380che s’inarca su i ghiacciai dell’erme
Alpi placò la sua furia.
Gli proposero enimmi
le rupi che nel mar di Liguria
si protendono come sfingi 385coronate di fiori.
Come un novo Erme
senza caducèo
egli portò su la sua spalla
Dioniso infante, nelle Terme 390di Caracalla,
nel Fòro, nel Colossèo.
Come Eraclito nel tempio efesio,
egli meditò la sua dottrina
illuminato dagli ori 395di San Marco nell’ombra marina.
E il fresco vento etesio