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SECONDO - ELETTRA

CANTI DELLA MORTE
E DELLA GLORIA.


I.

O
VERITÀ cinta di quercia, canta

la tristezza del popolo latino,
il Sol che muore dietro l’Aventino
4e la notte che abbraccia l’Arce santa.

Ahi che lungi egualmente a Roma, e in quanta
lontananza entro l’ombra del destino
compiuto, sono i Fabi e il lor divino
8Crèmera, Villagloria e i suoi settanta!

Esausto è il latte della Lupa stracca
nelle flaccide mamme, e tutto è spoglio
11dai ladruncoli il fico ruminale.

Acca Larenzia lucra da baldracca.
L’oca senz’ale abita il Campidoglio
14e la talpa senz’occhi il Quirinale.

II.

I
L pastore d’Amulio dal galèro

di pel lupigno, Fàustolo che scorse
il pico verde e quel seguendo accorse
18al loco lupercale umido e nero,

indi prese i Gemelli, uno leggero,
l’altro più grave, e nudi ambo li porse


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