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LAUDI DEL CIELO E DEL MARE

del monte, il monarca degli Inni.
1666“Aquila, aquila„ io dissi
“onde torni sì radiante?
M’odi! Rispondi! Per gli astri,
pei vulcani, pei lampi,
per le meteore, per tutto
ciò che arde, per la sete
del Deserto e il sale del Mare,
1673odimi, volgiti all’ansia
pedestre. Ch’io senta il tuo sguardo
e il tuo grido fendermi il petto!
Aquila, onde vieni?„ “Dal Sole.
Battei l’ali su la cervice
del suo corsiere più bianco
per affrettar la sua corsa
1680all’ultimo Vertice azzurro.„


VII.

N
ON templi non are non tombe

non statue votive, non greggi
di vittime, non teorie
solenni lungh’esso il Pecile,
né il coro dei bronzei fanciulli
sacrato al Dio da Messana
1687né l’opra di Càlami offerta
da Agrigento, né il toro
degli Eretrii, né la Vittoria
di Naupatto ammirammo
giungendo ai piedi del Cronio


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