dal cuore dell’Ellade il vento
soffiò contra l’Occhio di prua,
cangiò gli oleastri
d’Itaca, piegò i cipressi [Il vento avverso]
di Same, fe’ simile il mare 1015all’irta di fiocchi
egida cui Pallade scuote.
Ed era il meriggio,
l’ora di Pan, l’ora grande.
Il Sole era al colmo dei cieli
ignudo; e tutto era chiaro
d’intorno, presso e lontano; 1022e l’anima mia come l’orbe
dell’incorruttibile Etra
tutta era di cristallo
e d’oro sospesa in su l’acque.
E il grido sonò: “Sciogli! Allarga!
Su le scotte di randa! Borda
randa! Su le drizze di flocco! 1029Issa flocco!„ E il legno garriva.
Il legno gemeva cricchiava
rombava; la verga bicorne
strideva alla trozza:
la forte ralinga batteva
l’aere qual furia pennata
di libertà sotto pugni 1036di ghermitori tenaci;