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DELLA TERRA E DEGLI EROI |
IV.
E
COME l’esule tornaalla cuna dei padri
su la nave leggera:
il suo cor ferve innovato [Verso l’Ellade santa.]
nell’onda prodiera,
la sua tristezza dilegua
616nella scìa lunga virente:
io così sciolsi la vela,
coi compagni molto a me fidi,
in un’alba d’estate
ventosa, dall’àpula riva
ove ancor vidi ai cieli
erta una romana colonna;
623io così navigai
alfin verso l’Ellade sculta
dal dio nella luce
sublime e nel mare profondo
qual simulacro
che fa visibili all’uomo
le leggi della Forza
630perfetta. E incontrammo un eroe.
Incontrammo colui
che i Latini chiamano Ulisse,
nelle acque di Leucade, sotto [L’incontro d’Ulisse]
le rogge e bianche rupi
che incombono al gorgo vorace,
presso l’isola macra
637come corpo di rudi
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