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DELLA TERRA E DEGLI EROI

non grido s’udiva. Rare
gemevan l’aure. Boote
guardava l’Orsa;
e lacrimava il coro
delle Pleiadi belle
ai ginocchi del Toro;
392ed Orione in corsa
veniva armato d’oro
su le tristi sorelle;
ed Erigone pura,
in disparte e con elle,
versava anche il suo pianto.
Così viveva la gran notte,
399qual la mirò dai monti Orfeo.

Viveva d’una vita
altissima taciturna
e sacra, come quando
l’apollinea prole
invocò: “M’odi, o iddia,
desiderabile, di negro
406peplo vestita, cinta
di astri, inspiratrice degli inni,
madre dei sogni, urania
e terrestre, generatrice
di tutte le cose,
ricchissima, oblio delle cure,
persuasiva, m’odi!„
413Eran nel mio petto gli inni.
Ma intenti i miei occhi


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