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LAUDI DEL CIELO DEL MARE




III.

O
NOTTE d’estate fra l’altre [La notte d’estate]

memoranda per la bellezza
indicibile onde rifulse
nell’ombra la mia persona
mortale, quasi fosse in lei
espressa l’effigie divina
364del Desiderio, sotto i muti
baleni che facean del cielo
estremo una fucina ardente!
Nessuno comprenderà mai
perché nel semplice atto umano
io mi sentissi così bello
per tutto l’esser mio: l’eguale
371dei Giovini trasfigurati
nei miti eterni della grande
Ellade. Per un’ora fui
l’eguale dei trasfigurati
Giovini alle soglie dei boschi
e sul margine delle fonti:
nell’ombra calda e sotto i muti
378lampi bello indicibilmente.

La luna era trascorsa;
dietro le opache cime
vanito era il suo breve incanto.
L’orrore medusèo
parve impietrare
la faccia sublime
385della notte. Non canto,


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