Tra l’una e l’altra colonna
pendeva una cortina
grave che copria d’ombra
il rito infecondo 224e la carne sazia,
quando la concubina
seduta su la proda
mi guatava in silenzio
con i suoi occhi instrutti
nella cui notte ingombra
io vedea passar gli antichi 231mostri e gli eterni lutti.
Io t’abbandonai, [La carne esperta]
O mia carne, t’abbandonai
come un re imberbe abbandona
il suo reame alla guerriera
che s’avanza in armi
tremenda e bella, 238ond’ei teme e spera.
Ella s’avanza
vittoriosa,
tra moltitudini in festa
che di tutti i lor beni
fan conviti al suo passare.
Attonito trasale 245il re dolce, e la sua speranza
ride al suo timore;
ché non sapea di tanta
gioia e di tanta fame