Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/325

DELLA TERRA E DEGLI EROI

in verità, lieve cosa
parmi al paragone dell’opra
che dentro mi nasce e si nutre
del misterioso licore.
O mia Madre, in tutte le vene
8365accresci il mio sangue e l’affina!
E, s’io fossi in crudo supplizio
ed ogni aumento di sangue
mi fosse aumento di pena,
io ti griderei: “Madre, Madre,
moltiplica questo mio sangue
doglioso, perché più mi ferva
8372l’anima e mi sia più divina!„
Sano mi facesti nel ventre
della incorruttibile donna
che mi portò. Eccomi sano
su l’erba, con muscoli snelli
cuore saldo e fronte capace.
Più ragione v’è nel mio corpo
8379valido che in ogni dottrina.

Tu proteggi il sonno dei prodi.
Ecco, al favor tuo m’abbandono.
Odo il brulichìo del tuo lento
guaime, il tuo fulvo pineto
con gli aghi e le pine far vaghi
accordi, e sonar come sistri
8386il grande oro tuo frumentario.
Ma odo anche un rombo lontano
che dice: “Son qua, Ulissìde.„


- 311 -