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DELLA TERRA E DEGLI EROI

e inimitabile, vinse.
Le sette Pleiadi ardenti
e le tre Càriti leni,
le stelle dell’Orsa e le Parche,
7917in rapido giro costrinse.

Tre volte sette: la strofe
qual triplicata sampogna
di canne ineguali risuona
con l’arte di Pan meriggiante.
Io tagliai le canne lungh’essi
i fiumi, sovr’esse le fonti
7924frigide, nel loto febbroso
delle paludi, sul ciglio
dei botri, nelle ruine
delle città venerande.
Per giugnerle insieme, la cera
separai dal nettare flavo
con la mia bocca ingorda
7931ma non sì che non rimanesse
nella masticata sostanza
l’odor del cefisio narcisso.
Trassi il refe da una sagena
logora per lungo esplorare
i fondi pescosi, ancor lorda
di scaglie, pregna di salso,
7938esperta del tacito abisso.

Il Dèmone dai mille nomi,
7940il vagabondo Orgiaste,


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