della pelle, m’impregnò d’oro
le vene le ossa e le midolle,
mi fece il cuore lucente
come il quarzo e lo schisto.
E ogni umor tristo 7630fu inaridito, riarsa
ogni sovrabbondanza molle,
ogni pesantezza alleggiata,
ogni ingombro distrutto.
E nel mio corpo asciutto
la felicità del mio spirto
fu più agile che fiamma 7637appresa ad arbusto di mirto.
E tutti i miei pensieri
furon come corde di cetra
aridi; e le volontà belle
sonarono in me constrette
come le aguzze asticelle
dei dardi a quattro alette 7644suonano nella faretra.
E la mia coscia nervosa
aderì così forte
al fianco del mio caval sauro
ch’io divenni il mostro biforme,
lo snello centauro
d’ugne senza ferro, 7651di levità senza orme.
E ne’ miei occhi umani
sentii la bellezza dei grandi