il turbine duro che passa, 7343la vendemmia sotto l’ugne
ferrate, le carni calpeste,
i cranii fenduti, i cervelli
sgorganti, l’orror consueto
della rivolta disfatta
e rotta su le pietre grige;
ma tra il sangue un’ala ch’è intatta, 7350una fiamma che vige: l’idea.
Quale? L’antica, l’eterna,
ch’ebbe nei crepuscoli fulvi
dei secoli tante ecatombi
di ribelli invano rinati
dal carnaio delle lor fosse.
Quella che disse: “Vesti i lombi 7357degli schiavi, o sacra Giustizia,
perché i prigioni del prode
sien tolti e le prede
del possente sieno riscosse».
Nel crepuscolo fulvo
nasceva il delirio. La cieca
demenza guidò la cresciuta 7364miriade non più inerme
agli abbattimenti e agli incendii,
sott’esso il chiarore sublime
che ferìa le pile dei ponti,
gli archi di trionfo, le fronti
dei templi su le colonne
superstiti, gli anfiteatri