dal capo bendato, che stringe
il rotolo ond’ei pascer deve
il suo ventre e le interiora
sue riempire, e si volge
impetuosamente 5887nel fuoco dell’alito eterno
col petto già gonfio di canto;
né la Sibilla di Persia,
decrepita in suo chiuso manto,
che leva le mani rugose
e china la fronte longeva
a deciferare con gli occhi 5894velati da secolo tanto
l’angusto quaderno ov’è stretta
la somma di tutte le cose;
non quegli non questa rispose
a me dalla volta profonda
nell’ora mia quando supino
sul pavimento mi giacqui 5901con l’anima mia furibonda.
Ma ritrovai vénti fratelli,[I vénti fratelli]
m’ebbi uno stuolo gagliardo
di vénti fratelli nell’alto,
che mi risposero in coro
e in disparte, col grido
e col silenzio, con lo sguardo 5908e col gesto, nel grande
sacrario sonoro. O Sistina,
rifugio più solitario