Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/234


LAUDI DEL CIELO E DEL MARE

l’indizio del morbo dorsale,
e il bardassa trae per le scale
già buie il soldato che ride,
e la libidine incide
5775l’enorme priàpo sul muro!

Febbre delle città
terribili, quando il Sole
come un mostro colpito
dal tridente marino
palpita ai limiti delle acque
in una immensità di sangue
5782e di bile moribondo,
e nel duolo del ciel profondo
la gran piaga persiste
livida di cancrena,
e s’ode la sirena
del vascello che giunge
caldo di più caldi mari,
5789e s’accendono i fari
su l’alte scogliere,
e le ciurme straniere
si precipitano all’orgia
frenetiche come baccanti,
e il porto suona di canti
di schemi di sfide di colpi
5796di crapula e d’oro!

Sonno delle città
terribili, quando dal fiume


- 220 -