natale, così le sue patrie 5201remote nell’anima sua
voluttuosamente
odoravano. Ei sorridea
dinanzi all’olivo d’Atena
pensando la smisurata
fronda opulenta di fiori
di frutti di piume che tutti 5208vincono i monili di Serse.
L’Ilisso e il Cefìso ruscelli
sassosi pareangli, che varca
il salto d’un uomo; l’Imetto,
un alveare declive;
il Pentelico, un tempo
dal lungo tìmpano, senza 5215intercolunnii; tutta
l’Attica pareagli dal cinto
aureo di Afrodite conclusa.
O dolce compagno, ebro e folle
d’immensità, ti rivedo
àlacre all’alba sul ponte,
il primo ai risveglio e ai lavacri 5222mattutini, vigile come
il gallo, sempre operoso,
Ulissìde! Il tuo piede scalzo
rivedo sul nitido ponte,
il piè dalla pianta ampia e certa,
dal maschio e divergente
pollice, il piè corritore