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DELLA TERRA E DEGLI EROI

4375il pèriplo delle tue rupi
sante, poiché non potei
combattere nelle tue acque
com’Eschilo al fianco d’Aminia
che diè primo il colpo di rostro,
né come il giovinetto
Sofocle condurre la danza
4382degli efebi intorno al trofeo,
né come Euripide (l’immenso
clamor del peana copriva
gli urli della partoriente)
nascere nel dì della pugna.
A te tornerò pel mio voto.
Dal colle d’Elèusi deserto
4389non mi saziai di guardarti.

I monti di Mègara, i cupi
Gerànei folti di pini,
il Coridallo ondulato,
le gole di File, il notturno
Citerone, gli aridi gioghi
elicònii, tutte le vette
4396lontane cui l’aria e la luce
intessono vesti più belle
che la veste del croco
dello smìlace e del narcisso,
impallidivano incontro
all’aspro tuo lineamento
ch’era come il guatare
4403di Pallade quando ella indaga


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