di Selinunte ove una vasta
di colonne dorica stirpe
vive di luce, e altrove, altrove 3948mi conobbi figlio del Sole.
Ma nessun cielo, nessun mare,
nessun deserto, nessuna
arsura, nessuna abondanza
moltiplicò la vitale
virtù della mia giovinezza
così fieramente. O Corinto, 3955bagno d’Afrodite, rocca
di Sisifo duro, feconda [Amphithalassia]
di bei tiranni, che giugnesti
alle redini del cavallo
il morso e al frontone del tempio
la duplice aquila d’oro,
Efira, nudità di marmi, 3962sapienza di meretrici,
ozio armonioso, o Morente
cui il ruvido console diede
il Fuoco per ultimo drudo
onde generasti il Metallo
inimitabile, quando
rivedrò i tuoi sterpi riarsi 3969e la tua taverna nel tempio?
Scorre ancóra sul fianco
dell’Acrocorinto quel miele
selvaggio ch’io discopersi?