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DELLA TERRA E DEGLI EROI

e roseo, dominatore
d’ogni altra grandezza e pur lene
3178come se l’onda perenne
del canto spetrata ne avesse
la mole terrestre, assemprava
ai nostri occhi attoniti e puri
l’apparizione diurna
del dio musagète vivente
non qual nella vena del pario
3185marmo dagli artefici è sculto
a similitudine d’uomo
ma qual forse il videro un tempo
sul verde limite dei paschi
i primi pastori
proteggere i tauri e i cavalli
misteriosa bellezza
3192levata in sostanza serena.

Cadde il vento. Noi tutti
èramo senza parola
fissi alla gran maraviglia.
Sospeso era il Giorno sul nostro
capo. Tutte le cose
tacevano con un aspetto
3199di eternità. L’occhio solo
era vivo e veggente.
O tregua apollinea, Meriggio!
Qual coro avea chiuso il suo canto
remoto negli echi del mare?
Qual coro traeva il respiro


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