corbame e fasciame di ferro
testudinato di piastra 2492a martello più salda
che orbe di settemplice scudo.
Gran torri soperchiano il vallo.
La carena ha un cuore di fuoco
onde creasi la propulsante
virtù dell’ali marine
che tùrbinan sotto la poppa 2499tra ruota e timone sommerse.
Atto alla guerra e alla pace,
minaccioso d’armi tonanti
o dei doni onusto che all’uomo
fa la veneranda Demetra,
il colosso equoreo solca
pèlaghi ed ocèani, varca 2506gli eurìpi i bòsfori i sacri
istmi che l’uom frale recise
come tu dio con l’arpe
il collo d’Argo tutt’occhi.
Oltre le Caspie Porte,
oltre l’Atlante ove il coro
delle Esperidi per sempre 2513si tace, oltre la piaggia
del Cinnamomo trapassa.
Lascia l’iperbòreo lito
ove non più danza e canta
Apolline dall’equinozio
di primavera insino