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- Mila
- Aligi, fratel mio! Dammi la mano.
- Aligi
- Mila, il cammino è là, poco lontano.
- Mila
- Dammi la mano tua, ch’io te la baci.
- È il sorso che concedo alla mia sete.
- Aligi, appressandosi
- Mila, col tizzo io la volli bruciare.
- È quella mano trista che t’offese.
- Mila
- Non mi rammento. Io son la creatura
- che trovasti seduta su la pietra,
- che veniva chi sa da quali strade.
- Aligi, appressandosi ancóra
- Su la tua faccia il pianto non s’asciuga,
- creatura. Una lacrima ti resta
- nei cigli; trema, se parli; e non cade.
- Mila
- S’è fatto un gran silenzio. Aligi, ascolta.
- Non cantan più. Con l’erbe e con le nevi,
- siamo soli, fratello, siamo soli.
- Aligi
- Mila, tu sei come la prima volta
- là su la pietra, quando sorridevi
- con gli occhi e avevi i piedi sanguinosi.