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- E mi parea che mi durasse il sonno
- e la mandra brucasse la mia vita.
- Allora il cuore mio chi lo pesò?
- O Cosma, vidi prima l’ombra e poi
- la sua persona, là, sul limitare.
- Era il giorno di Santo Teobaldo.
- Stava seduta questa creatura
- sopra la pietra; e non poté levarsi
- ché i piedi eran piagati. Disse:“Aligi,
- mi riconosci?„ Io dissi:“Tu sei Mila„.
- E non parlammo più, ché più non fummo
- due. Né quel giorno ci contaminammo
- né dopo mai. Lo dico in verità.
- Cosma
P astore Aligi, tu hai certo accesa
- una làmpana pia nella tua notte
- ma tu l’hai posta in luogo di quel termine
- antico che inalzarono i tuoi padri.
- Tu rimosso hai quel termine sacrato.
- E se questa tua làmpana si spegne?
- Il consiglio nel cuor dell’uomo è un’acqua
- profonda; e l’uomo pio l’attignerà.
- Aligi
- Io prego Iddio che ponga sopra a noi
- il suggello del sacramento eterno!
- Vedi che faccio? Con l’anima in mano
- lavoro questo legno, a simiglianza