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78 LA FIGLIA DI IORIO


come fossi nell’ombra della morte.
Ed ecco d’improvviso entrare quivi
tutta tremante questa creatura.
I mietitori la perseguitavano,
cani!, che la volevano conoscere.
Ed ella ci pregava la salvezza.
E niuno di noi, Cosma, si mosse.
Sola la mia più piccola sorella
corre e s’ardisce chiudere la porta.
Ed ecco che la porta da quei cani
è percossa con ogni vitupèro.
E s’apre contro questa creatura
bocca di frode con parole d’odio.
E il parentado vuol gittarla al branco.
Ed ella trista presso il focolare
chiede pietà, che non ne faccian strazio.
Ma io stesso l’afferro e la trascino,
per odio e frode:e trascinar mi sembra
il mio cuore di quando era fanciullo.
Ed ella grida, ed io sopra di lei
levo la mazza. E le sorelle piangono.
Ed ecco, dietro a lei, Cosma, con queste
pupille vedo l’Angelo che piange!
Lo vedo, o santo! L’Angelo mi guarda
e piange, e tace. Io cado ginocchioni.
Perdóno chiedo. E, per punire questa
mia mano, prendo di sul focolare
un tizzo ardente:“No, non ti bruciare!„
grida la creatura. E poi mi dice.