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76 LA FIGLIA DI IORIO


dell’Iddio mio per giudicare, quando
la caligine è ancóra sopra a me.
Aligi
O Cosma, tu sei santo. Per molt’anni
ti sei lavato con acque di neve.
Con l’acque che traboccano dai monti
dissetato ti sei davanti al Cielo.
Oggi dormito hai nella mia caverna,
sul vello della pecora mondato
col solfo perché l’Incubo si fugga.
Nel tuo sonno hai veduto visioni.
Lo sguardo del Signore è sopra a te.
Soccorrimi del tuo intendimento.
Or io ti parlerò, e tu rispondimi.
Cosma
Imparata non ho la sapienza,
giovine, e non ho pur l’intendimento
che ha il sasso nel cammino del pastore.
Aligi
O Cosma, uomo di Dio, stammi a sentire.
Io ti priego per l’Angelo che è chiuso
in quel ceppo e non ha orecchi e ode!
Cosma
Parla parole diritte, pastore;
e la tua confidanza non in me
poni ma nella santa verità.

Malde e Anna Onna si desteranno e si leveranno sul cubito ad ascoltare.