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- Io ho peccato contro il focolare,
- contro i miei morti e contro la mia terra
- che più non mi vorrà tenere seco,
- che non vorrà sepolto il corpo mio.
- Sorelle, per lavarmi del peccato,
- nella cenere sette e sette giorni
- tante croci farò con la mia lingua
- quante sono le lacrime versate
- dagli occhi vostri, e l’Angelo le conti
- e il novero mi metta nel mio cuore.
- Voglio così pigliare perdonanza
- davanti a Dio, sorelle; e voi pregate,
- pregate per Aligi fratel vostro
- che alla montagna deve ritornare.
- E quella che patì l’onta e l’ambascia
- consolerà voi. Datele a bere,
- toglietele la polvere, con l’acqua
- e con l’aceto i suoi poveri piedi
- confortate, che forse le dorranno.
- Io non volea recarle onta, ma tratto
- fui dalle voci; e chi mi trasse al male
- gran dolore n’avrà per i suoi giorni.
- Mila di Codra, mia sorella in Cristo,
- donami perdonanza dell’offesa.
- Questi fioretti di Santo Giovanni
- io tolgo dalla mazza del pastore
- e te li metto qui davanti ai piedi.
- Io non ti guardo, ché me ne vergogno.
- Dietro di te sta l’Angelo dolente.