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Atto I. Scena V 49


e il fiore nel pan benedetto!
Entrata tu sei d’improvviso
a darci travaglio e corruccio.
La visita del parentado
tu l’hai rotta, e un tristo presagio
hai messo nel cuore di tutti;
e mi piangon le viscere mie,
e mi piange l’anima dentro.
Pula è fatto il buono frumento!
E di venire a peggio si teme.
Or è necessità che tu vada,
che tu vada con Dio, che per certo
ti aiuterà se tu ti confidi.
Creatura, ogni male ha cagione.
Volontà ci fu di salvarti.
Or vattene co’ piedi tuoi lesti,
perché di noi niuno ti tocchi.
Il figliuol mio t’apre la porta.

La vittima ascolterà con umiltà, a capo chino, tutta tremante e sbiancata. Aligi andrà verso la porta a origliare. Pel volto gli si manifesterà la grande ambascia.

Mila
MM
adre cristiana, la terra
io bacerò sotto il tuo passo.
E perdóno ti chiedo, perdóno,
con l’anima mia nella palma
della mia mano, per questa