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42 | LA FIGLIA DI IORIO |
vedranno due mani villose afferrare le sbarre e la faccia bestiale di un mietitore apparire.
- Il mietitore, urlando.
- apoccio, la femmina c’è!
- È dentro, è dentro! La zita
- ci volea gabbare, la zita.
- La femmina c’è. Ecco, è là,
- là nel canto. La vedo, la vedo.
- E ci sono gli sposi, ci sono,
- e il parentado c’è con le dònora,
- c’è la raunanza del grano.
- Uh, capoccio, quante pollanche!
- Il coro dei mietitori
- - Se c’è la femmina, aprite,
- ché vi fa vergogna tenerla.
- — Menatela fuori, menatela,
- ché le daremo la sapa.
- — Aprite, aprite, su, e a noi datela.
- — Dàtecela ché la vogliamo.
- — Alla bica! Alla bica! Alla bica!
Picchieranno e schiamazzeranno. Dentro, le donne si agiteranno sbigottite. La sconosciuta resterà laggiù nell’ombra, sembrerà che si sforzi di seppellirsi nel muro.
- Il coro delle parenti
- — Aiutaci, Vergine santa!
- — Ci dài tu questa vigilia,