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Atto III. Scena III 151


La turba
- Candia, Candia, alzagli il velo!
— Candia, dàgli la tazza, ch’ei beva!
— Dàgli il beveraggio, ch’egli abbia
cuore al supplizio. Su, Candia!
— Abbi pietà pel tuo figlio!
— Tu sola puoi. T’è concesso.
— Miserere di lui! Miserere!

Ornella presenterà alla madre la ciotola del vino misturato. Favetta e Splendore inciteranno la misera sospingendola. Aligi si trascinerà su i ginocchi verso la porta della casa, e alzerà la voce invocando il defunto.

Aligi
PP
adre, padre, padre mio Lazaro
odimi. Tu il fiume passasti
con la bara, ed era pesante
più d’un carro di buoi la tua bara,
e fu gettata la pietra
nella corrente, e passasti.
Padre, padre, padre mio Lazaro,
odimi. Ora io me ne vado
al fiume e non passo. Io vado
a cercar quella pietra nel fondo
e dopo io ti vengo a trovare;
e tu mi vieni sopra con l’erpice,
per l’eternità mi dirompi,
per l’eternità mi dilàceri.