- La turba
- - Candia, Candia, alzagli il velo!
- — Candia, dàgli la tazza, ch’ei beva!
- — Dàgli il beveraggio, ch’egli abbia
- cuore al supplizio. Su, Candia!
- — Abbi pietà pel tuo figlio!
- — Tu sola puoi. T’è concesso.
- — Miserere di lui! Miserere!
Ornella presenterà alla madre la ciotola del vino misturato. Favetta e Splendore inciteranno la misera sospingendola. Aligi si trascinerà su i ginocchi verso la porta della casa, e alzerà la voce invocando il defunto.
- Aligi
P adre, padre, padre mio Lazaro
- odimi. Tu il fiume passasti
- con la bara, ed era pesante
- più d’un carro di buoi la tua bara,
- e fu gettata la pietra
- nella corrente, e passasti.
- Padre, padre, padre mio Lazaro,
- odimi. Ora io me ne vado
- al fiume e non passo. Io vado
- a cercar quella pietra nel fondo
- e dopo io ti vengo a trovare;
- e tu mi vieni sopra con l’erpice,
- per l’eternità mi dirompi,
- per l’eternità mi dilàceri.