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Atto III. Scena III 147


la faccia del peccato tremendo.
Non alzate il velo mio nero.
Io non abbia da voi beveraggio;
perché poco è quello che soffro,
poco è quello che debbo patire.
Ma scacciatemi ora, con legni
e con pietre, scacciatemi via;
scacciatemi come il mastino
che all’agonia sarà mio compagno,
che mi morderà la mia gola
quando l’anima mia disperata
vi chiamerà mamma mamma
nel sangue del mio moncherino
maledetto entro il sacco d’infamia.
La turba, sommessamente.
— Oh povera, povera! Guarda
guarda:tutta bianca in due notti!
— Non piange. Pianger non può.
— Escita sembra di senno.
— Non si move. E come la statua
dell’Addolorata. Oh pietà!
— Abbine pietà, buono Iddio!
Santa Vergine, misericordia!
— Miserere di lei, Iesu Cristo!
Aligi
EE
voi, creature, non più
m’è dato chiamare sorelle,
né più nominare m’è dato