Pagina:D'Annunzio - La figlia di Iorio.djvu/138

132 LA FIGLIA DI IORIO


— Ah che pietà della carne
cristiana, della vita nostra,
di tutta la gente che nasce
dolora trapassa e non sa!
Ornella
EE
cco viene Femo di Nerfa
il bifolco, viene correndo.
E lo stendardo s’è fermo
al Tabernacolo bianco.
Sorelle, volete ch’io stessa
vada e la parola le porti?
Ahimè, forse non si rammenta
quel che bisogna. Ma, Dio
liberi, se pronta non è
ed ei sopraggiunge e la chiama
e all’improvviso ella ode la voce,
allora certo il cuore le scoppia.
Anna di Bova
Ah che certo il cuore le scoppia,
Ornella, se tu vai e la tocchi.
Hai la mala ventura con te;
e tu fosti a chiuder la porta
e tu fosti a sciogliere Aligi.
Il coro delle lamentatrici
AA
chi lo lasci l’aratro,
oh Lazaro, a chi lo lasci?
Chi ti vanga il campo tuo,