Pagina:D'Annunzio - La figlia di Iorio.djvu/137
- come tien chiusa la bocca!
- Più chiusa di quella ch’è fatta
- muta per sempre là in terra.
- Come dunque parlare potrà?
- Io non la tocco, io non le dico:
- Ecco viene. Se si scuote,
- cade, stramazza. Ho spavento.
- Splendore
- Ah perché siamo nate, sorelle?
- Perché ci partorì nostra madre?
- Ci prendesse tutte in un fascio
- la morte, ci portasse con sé!
- Il coro delle parenti
- - Ah che pietà, creature!
- — Che pietà di voi, creature!
- — Su, fate cuore, che Dio
- vi rialzerà, se v’ha stronche.
- — Dio vi dà la trista vendemmia
- ma forse l’oliva sarà
- meno scura. Abbiate fidanza.
- — E c’è una che forse è più misera
- di voi, c’è una che stava
- nella sua casa, in mezzo al suo pane,
- qui entrò, s’addormì, si svegliò
- a sorte perversa, e non ebbe
- più bene e si muore:Vienda.
- — È già nel mondo di là.
- — E quella non si lagna e non lacrima.