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- Splendore
F avetta, va tu; va e parla.
- Va tu; e le tocca una spalla,
- ch’ella senta e si volga. Seduta
- su la pietra del focolare
- sta, fisa; e ciglio non muove,
- e par che non veda e non oda,
- e pare sia tutta una pietra.
- Vergine di misericordia,
- non le togliere il senno, alla misera!
- Fa che ci guardi e negli occhi
- nostri si riconosca la misera!
- Ma io cuore non ho di toccarla.
- E chi le dirà la parola?
- Sorella, va e dille:Ecco viene.
- Favetta
N é io non ho cuore. Ho spavento.
- Non me la ricordo com’era,
- e né mi ricordo la voce
- com’era prima che fossimo
- in doglia. Incanutita s’è tutta,
- e ogni ora più bianco diventa
- il suo capo. Mi pare che nostra
- non sia più; mi pare distante
- e che stia seduta su quella
- pietra da cent’anni e per altri
- cent’anni, e più non si ricordi
- di noi... Vedete, vedete